L'incontro tra azienda e sindacati alla Regione Lazio non ha sortito alcun accordo. Anzi, le organizzazioni sindacali minacciano iniziative di lotta. Sono rimasti fermi nelle rispettive posizioni i rappresentanti
di Almaviva Contact e quelli delle organizzazioni sindacali di categoria che si sono incontrati oggi alla Regione Lazio, alla presenza di esponenti dell’Assessorato del Lavoro, per discutere della decisione del gruppo impegnato nel settore dei call center di attivare la procedura di cassa integrazione straordinaria (cigs) per i 632 lavoratori della sede di via Lamaroa Roma .E ora i sindacati minacciano “iniziative di lotta”.
di Almaviva Contact e quelli delle organizzazioni sindacali di categoria che si sono incontrati oggi alla Regione Lazio, alla presenza di esponenti dell’Assessorato del Lavoro, per discutere della decisione del gruppo impegnato nel settore dei call center di attivare la procedura di cassa integrazione straordinaria (cigs) per i 632 lavoratori della sede di via Lamaroa Roma .E ora i sindacati minacciano “iniziative di lotta”.
L’azienda si è detta “consapevole che fra i 632 lavoratori vi sono anche persone che hanno sempre operato in maniera adeguata, ma gli indicatori del sito in questione, paragonati a quelli presenti in altri centri del Gruppo producono un impatto che incide negativamente sul conto economico per un 34% rendendo impossibile raggiungere il necessario equilibrio”. Il gruppo di proprietà della famiglia Tripi ha poi respinto l’accusa di “volere spostare commesse al Sud al fine di ottenere incentivi pubblici per aumentare i propri utili”. Ha inoltre ribadito che “al fine di evitare strumentalizzazioni, rinuncerà a qualunque contributo o agevolazione che dovesse derivare dal trasferimento delle commesse in questione presso altri siti produttivi, o, in alternativa, utilizzerà integralmente i benefici in questione per premiare i dipendenti più meritevoli”. Fermi i sindacati - alla riunione c’erano Uilcom-Uil, Slc Cgil, Fistel Cisl, le rispettive Rsu, Ugl e Cobas - nel chiedere che il sito di via Lamaro non venga chiuso. "L’azienda deve recedere da tale procedura – dice il segretario nazionale Uilcom Pierpaolo Mischi - che cosi come esposta rappresenta l’inizio di un processo irreversibile di chiusura di tutto il sito romano. Oggi protagonisti in negativo sono i giovani lavoratori di quest’ azienda; questo inizio ci induce a pensare male anche per il futuro. Roma, anche per effetto di questa devastante crisi, non è in grado di assorbire ulteriori licenziamenti soprattutto di lavoratori under 40. Non riusciamo a capire fino in fondo - prosegue Mischi - le vere intenzioni dell’azienda, visto che con le stesse organizzazioni sindacali, ha già in atto un accordo di solidarietà sia per il sito di Roma e si Palermo e che solo qualche settimana orsono è riuscita ad ottenere liquidità dalle banche, non solo per ricapitalizzarsi. Oggi presenta invece il conto ai lavoratori romani". Dura anche la reazione di Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel-Cisl. "Nonostante la mediazione dell'assessorato, Almaviva non ha fatto retromarcia dal suo piano di aprire la cassa integrazione straordinaria finalizzata alla chiusura dell'attivita' per i lavoratori del call center capitolino - sottolinea Serao - la lotta del sindacato sara' dura al fine di evitare altre perdite di occupazione nella capitale: auspico comunque un ripensamento dell'azienda nel corso della trattativa". Un nuovo round tra azienda e sindacati è in programma per il 20 settembre.
Fonte: corrierecomunicazioni.it